Pinocchio al Teatro India



Luci ambra e bianche illuminano un baule di legno grezzo, Pinocchio sorprende gli spettatori ruzzolando fuori, il viso impreziosito da una maschera di cartapesta che sembra intagliata nel legno così come quelle dei numerosi personaggi che si susseguono.

 Marionette senza fili, vittime di un incanto, ancora memori delle movenze misurate a cui erano abituate, mettono in scena se stesse con movimenti legnosi che proprio attraverso il loro rigore trasmettono il senso di una dolente umanità nella quale ci si specchia e che ipnotizza.

Sorprende scoprire al termine dello spettacolo che sono solo tre gli attori sul palco che tra cambi vertiginosi e profonda conoscenza  della lezione di Karpov,  maestro al quale lo spettacolo è dedicato, danno vita ad una dimensione altra, colma di figure inquiete e cangianti.

Queste, muovendosi in un mondo rarefatto ed algido, raccontano il viaggio iniziatico di Pinocchio verso il raggiungimento della sua umanità. 
Il  piccolo burattino appare vittima e protetto della Fata Turchina, che, in questa versione presentata da  Zaches Teatro, è una vera e propria coprotagonista della storia.

 Madre e matrigna, la Fata osserva, istruisce e guida il burattino, ella è l’emblema della dimensione  sottile e sinistra che anima l’opera; dolce ed ammaliante invita Pinocchio a superare i limiti della sua condizione di burattino eppure lo affabula prospettando una fratellanza da eterne marionette.
 La fuga dalla stretta della fata verso il padre Geppetto, grande assente dalla scena e la risposta al richiamo di Lucignolo è dunque un’altra prova per Pinocchio che ci appare quanto mai solo in un mondo di sirene ed abbagli.

L’essenzialità della scenografia di Francesco Givone rende gli spettatori  complici della creazione scenica; un minimalismo che prende per mano con eleganza bambini ed adulti in una totale sospensione dell’incredulità cosicché  un disco di carta dorata diviene il cerchio di fuoco attraverso cui Pinocchio trasformato in asino salta tra il terrore diffuso in platea ed ancora lunghi drappi bianchi illuminati di blu danno vita ad un mare burrascoso che lascia col fiato sospeso per la sorte del burattino perduto tra le onde.

Notevole l’interpretazione di Giulia Viana, Pinocchio agile e potente che lascia stupefatti gli spettatori quando svela il suo viso al termine dello spettacolo così come colpisce la sapienza espressiva di Enrica Zampetti e Gianluca Gabriele, interpreti dei restanti personaggi.

In conclusione, è apprezzabile  il modo in cui la regista sceglie di incontrare i piccoli spettatori dopo lo spettacolo, mostrando le maschere dismesse e fugando  curiosità e suggestioni dei bimbi che con gli occhi ancora pieni d’incanto vengono così accompagnati con dolcezza nel ritorno alla realtà.

Dal 30 ottobre al 2 novembre Pinocchio regia di Luana Gramegna  è in scena al Teatro India nell’ambito della rassegna  Il teatro fa grande!- spettacoli e progetti per spettatori da 0 a 99 anni-.

Pinocchio
da Carlo Collodi 
di Zaches Teatro
dedicato al Maestro Nikolaj Karpov
regia e drammaturgia di Luana Gramegna
con Gianluca Gabriele, Giulia Viana, Enrica Zampetti
scenografo e designer luci Francesco Givone - sound designer Stefano Ciardi
collaborazione alla drammaturgia Enrica Zampetti - consulenza drammaturgica Donatella Diamanti, Giorgio Testa









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